Materia & Antimateria

2018, Biennale Arte Contemporanea di Viterbo

Paolo Buggiani, Alessandro Calizza, Isa Doganieri, Carmine Leta, Bruno Melappioni, Federico Paris, Ozge Sahin, Samuele Vesuvio. A cura di Laura Lucibello
Biennale Arte Contemporanea di Viterbo, sezione di Celleno | Dall’8 settembre al 20 ottobre 2018

Richard Feynman, fisico statunitense Premio Nobel nel 1965 dimostrò che nel preciso istante in cui un flusso di materia positronica incontra materia elettronica, gli elettroni di quest’ultima, stravolgendo il loro naturale spin di rotazione, misteriosamente si accordano ai positroni ed iniziano a viaggiare a ritroso nel tempo!
Quindi bisogna accettare l’idea che sia possibile invertire il flusso temporale e viaggiare a ritroso nel tempo.
L’esistenza di un ordine implicito codificato in un campo di coscienza ed energia, che dal futuro accorda ogni aspetto del creato ad una volontà di massimizzazione delle forme di vita, volta al trionfo della biodiversità.
Se interpoliamo questi assunti possiamo affermare l’esistenza di un campo informato di coscienza che accorda il comportamento di tutto ciò con il quale è in risonanza, allora possiamo serenamente accogliere l’idea che questo campo informazionale intelligente contiene informazione vibrante nel futuro che condiziona la realtà espressa nel presente. E forse l’antimateria è proprio il mezzo usato da questo campo per trasmettere alla materia finalità e compiti, tra infinite variabili esprimibili. Come se la materia oscura fosse la bacchetta del direttore d’orchestra che sincronizza i musici per la realizzazione di una melodia il cui fine è massimizzare l’espressione della vita.
Proprio su questo si sono confrontati gli Artisti “giocando” con le loro opere poste tra i millenari ruderi del Borgo Fantasma di Celleno, che le ospita.

Paolo Buggiani. I suoi “Coccodrilli tempo” sono ad indicare l’età della terra, a ricordarci che animali giganteschi e possenti l’animarono per primi. Solo in seguito apparve e si sviluppò il “genere umano”. Forgiati in lamiera, come a raffrontarsi e competere con le macchine moderne.
Francesco Maria Bianchini. “Linea disturbata”. L’asse portante è un paolo della luce, punto d’osservazione di chi non vola ma si ferma ad osservare quella socirtà variegata dove si dibattono temi vitali. Il volo degli uccelli è, così come il vivere umano, volto al raggiungimento di sogni ed ambizioni, quando migratorio alla ricerca di nuove mete ed opportunità, oppure basso, appesantito dalla stanchezza o peggio dalla delusione, dalla frustrazione, appagato dalla ricerca di briciole grigie della monotona quotidianità.
Alessandro Calizza. Con “Minaccia fantasma”, posta entro i ruderi di quella che fu la Chiesa, C. denuncia la crisi epocale che stiamo vivendo. I segnali di allarme sono molteplici, ma sembriamo non notarli distratti dai bellissimi colori di questa epoca che ci attrae e ci divora. Una minaccia tanto reale quanto impalpabile. E noncuranti di ciò rischiamo di perdere ogni grammo di bellezza che ancora possiamo e dobbiamo proteggere.
Si riaggancia più oltre “Kindergarten”, posta sul camminamento verso il Belvedere. L’asilo è quel momento dove al gioco si affianca una prima educazione, una prima visione delle cose del mondo. Per alcuni, per un 1% dell’intera popolazione che detiene il potere e ricchezze oltre ogni sensatezza, il play ground preferito è rappresentato dalle vite di quel restante 99%. Il loro asilo, la loro formazione, inizia imparando che ogni cosa, ogni essere vivente, è lì a proprio uso e consumo, senza limiti. Ma solo un 1, basterebbe molto meno di quello che crediamo per cambiare le cose.
Isa Doganieri. Le ceramiche artistiche di Isa richiamano a forme arcaiche Etrusche e non solo. Eseguite con la tecnica del colombino senza uso di tornio, cottura in forno a legna. Dopo aver conosciuto questo territorio che ha dato inizio a quella che diventò ben presto una passione che l’avrebbe portata a scoprire non solo una pratica artigianale antichissima, ma anche tutte quelle dinamiche culturali, sociali e storiche ad essa legate che hanno lasciato un segno indelebile in tutte le civiltà. Qualcosa che nel divenire del tempo, delle mode e della serialità delle produzioni spesso si è andata perdendo.
Carmine Leta. In quello che potrebbe anche sembrare la stilizzazione di una “Luna”, Leta sperimenta i processi di simbolizzazione e fruizione dei concetti di vuoto, di utopia, di identità individuale e collettiva qui concentrata soprattutto sulla scultura in fil di ferro, tesa alla sottrazione dei suoi stessi elementi costitutivi: il peso, la staticità e il volume, offrendo, alla attenzione di chi osserva, oggetti vuoti, leggeri, mobili e attraversabili con lo sguardo.
Bruno Melappioni. “Anelli”, in ogni epoca sport riservato al solo genere maschile.Qui M. usa il corpo femminile a rappresentare, così come fu per il civilissimo e futurista popolo Etrusco, la parità uomo/donna in ogni campo della sfera vitale. “Etrusca”, omaggio sempre al femminino, esce correndo dal sottosuolo. Un sottosuolo stratificato di ciclica e millenaria umanità.
Federico Paris. “Lucisi” è un’ installazione composta di decine di teste sorridenti in terracotta con all’interno delle candele che illuminano questi sorrisi, ispirati a quelli della scultura greca e etrusca arcaica, in un effetto impattivo/sentimentale al limite dell’inquietante, come spesso accade nella poetica di F. P.
Ozge Sahin. “La donna invisibile”, qui rappresentata da S. cucita con filo rosso su un telo di plastica, sembra porre l’attenzione e riflessione sull’inquietante e attuale problematica del femminicidio, che contrasta visibilmente se paragonata all’evoluzione che ebbe, già millenni fa, la donna Etrusca.
Samuele Vesuvio. “Autovelox per spiriti d’artista” si interroga sul flusso “turistico” dei vivi che si appassionano ad alcuni siti di grido, mentre spiriti e fantasmi sembrano proprio preferire il Borgo-Rudere di Celleno. Scopre che fra questi ultimi vi sono soprattutto gli spiriti dei grandi artisti, che notoriamente sono più sensibili alle vibrazioni ed alle energie del suolo. E arrivano in sempre maggior numero da quando lo spirito di Enrico Castellani ad una cena tra spiriti d’artista, che si tirò per le lunghe, raccontò dell’esistenza dell’Arpia Celeno…

Il seguito di questa affascinante storia visitando il Borgo Fantasma con tutti i suoi ruderi, i suoi spiriti passati, presenti e futuri… ma attenti non correte troppo.